|RECENSIONE| La fuoriuscita - Giuseppe Lago
aprile 28, 2018
LA FUORIUSCITA
di
Giuseppe Lago
Editore: Alpes
Data di uscita: 2017
Formato: copertina flessibile
Pagine: 275
Pagine: 275
Prezzo
Martha Weber, un’artista di trent’anni, entra nello studio dello psichiatra Livio Spada. Racconta di essere fuoriuscita da un gruppo terapeutico, detto “grande gruppo”, che frequentava da otto anni. Il gruppo è gestito da Adele Lussari, psichiatra affascinante e anticonvenzionale, che ostenta un atteggiamento ribelle nei confronti dell’ambiente scientifico-culturale che la circonda, proponendo il suo metodo alternativo chiamato “psicoscienza”. Le sedute si svolgono a villa Incom, residenza e studio della Lussari. Martha racconta la sua esperienza di seguace della donna, la quale tiene due grandi gruppi con circa cinquanta persone per volta, il venerdì e il sabato. Dal racconto emerge come queste sedute di psicoterapia non siano altro che una maschera per la setta creata dalla Lussari, autoproclamatasi guru carismatico. I seguaci sono costretti ad accettare l’autorità assoluta della loro conduttrice, e ad acquisire nel tempo i tratti della sua personalità, divenendo delle copie e rinunciando al libero arbitrio. La fragilità dei pazienti è terreno fertile per la donna, che riesce a insinuare dubbi, a mettere in crisi una personalità già alterata e a divenire insostituibile per il malcapitato. Il complesso sistema persuasivo e settario è presentato in modo scorrevole e dialogico attraverso il confronto tra vari personaggi che animano la vicenda: in primis Martha e Livio, gli unici a vedere oltre la coltre di fumo che la Lussari ha generato. Martha racconterà di Diego, suo compagno, anche lui coinvolto nel sistema di villa Incom, e poi divenuto l’amante di Adele Lussari, la quale contempla la possibilità di portare il paziente alla guarigione attraverso una relazione che comprenda una fusione di mente e corpo. Livio Spada arriverà a insinuarsi nelle sedute della sedicente psicoterapeuta, e a svolgere direttamente un interessante e trascinante confronto con lei. Anche il figlio di Adele, Ezio, frequenta il “grande gruppo”, e sarà proprio lui, suo malgrado, a smascherare un sistema corrotto, attraverso un episodio violento che metterà in crisi l’opera materna e che farà conoscere al “mondo reale” le contraddizioni del suo metodo. Alla fine non resterà altro che abbandonarsi a uno tsunami, e a fare i conti con i propri errori.
Martha Weber, artista di trent’anni, decide di rivolgersi
allo psichiatra Livio Spada per raccontargli della sua “fuoriuscita”, dopo ben otto anni, dal grande gruppo terapeutico che si riunisce a tale Villa Incom, al
cui vertice c’è Adele Lussari, psichiatra particolarmente affascinante e
manipolatrice.
Tramite le parole di Martha si scopre molto del modus
operandi sia della Lussari che dei suoi seguaci (i Lussariani): metodi sicuramente non ortodossi e discutibili, in cui
è stato coinvolto anche il suo ex-fidanzato Diego (adesso partner della Lussari
ed adepto fedele della setta).
Tra colpi di scena e verità nascoste si scoprirà un mondo
che, spesso e volentieri, viene sapientemente occultato.
Nelle intenzioni primarie, è evidente che Giuseppe Lago abbia
voluto fortemente denunciare la corruzione di molti suoi colleghi che, avendo
dalla loro parte il grande potere di conoscere bene la psiche umana,
prevaricano il paziente plagiandogli la mente, e lo spingono ad annullare il
libero arbitrio ed omologarsi ai dettami della setta (in questo caso i
Lussariani).
Ma cos’è che non convince appieno, in questo libro?
Sicuramente la ridondante punteggiatura che, per mezzo dei
puntini di sospensione onnipresenti nelle parti dialogate e che, spesso e
volentieri, spezzano i periodi per – forse – dare enfasi al concetto espresso
dai personaggi (ma, di fatto, interrompe il senso logico del pensiero e rende
inevitabile una seconda lettura della frase), impedisce alla lettura di procedere
fluidamente e rendendo teatrale il confronto tra i personaggi.
Altra punto dolente: il lessico ricco di tecnicismi.
Prima di continuare è bene fare un distinguo tra romanzo e compendio:
Il romanzo è un
testo che nasce per dilettare il lettore (quindi una persona di qualunque
estrazione sociale e con qualunque tipo di titolo di studio); il compendio è, invece, una raccolta
riassuntiva a scopo didattico/divulgativo (nato come testo di approfondimento
di una particolare materia).
Dato che, questo libro, è espressamente categorizzato come romanzo, il lettore ha il diritto di
trovarsi nelle condizioni di avere la spiegazione dei termini tecnici (un
esempio su tutti: il setting) senza
dover chiudere il libro ed aprire l’enciclopedia della psicologia clinica (o
wikipedia).
Questo un buon romanziere lo sa: intrattenere senza
imbottire di paroloni il suo lettore e, se proprio deve far emergere la sua
cultura, sa arricchire ed insegnare senza risultare pedante.
Per il resto, sorvolando su questi aspetti, il romanzo è
godibile e con dei risvolti inaspettati che, sono sicura, vi sorprenderanno.
Recensione a cura di:
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Si ringrazia Il Taccuino Ufficio Stampa per l'invio del libro cartaceo.
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