|REVIEW PARTY| Il nome del vento - Patrick Rothfuss
dicembre 07, 2019"Ero distante solo due dozzine di piedi, lo vedevo perfettamente nella luce del tramonto. La sua spada era pallida ed elegante, tagliava l'aria con un suono freddo. La sua bellezza quella perfetta della porcellana. Era un Chandrian, un distruttore, e aveva appena massacrato la mia famiglia." Per ritrovare quella mostruosa creatura e vendicare la sua famiglia, Kvothe è pronto a tutto. Costretto ad affrontare la fame e qualsiasi tipo di pericolo, il ragazzo sente crescere dentro di sé un potere magico che lo porterà all'Accademia, una spietata scuola di magia in cui nessun errore è permesso. Ma chi resiste ai duri anni dell'apprendistato poi sarà in grado, forse, di affrontare i propri spietati nemici e gli incubi peggiori.E Kvothe ora è pronto a vendicare il popolo nomade di attori con cui è cresciuto, massacrati insieme ai genitori dai demoni Chandrian, è pronto a diventare quello che sarà: potente mago, abile ladro, maestro di musica e spietato assassino, l'eroe che ha ispirato migliaia di leggende.Patrick Rothfuss ha scritto una saga completamente differente dalle altre - ha detto Orson Scott Card: "Un Harry Potter senza concessioni agli aspetti infantili, più cupo, un romanzo complesso ma con uno strano tocco di dolcezza e una leggerezza segreta che creano un mondo epico mai visto".Il Nome del Vento, il primo volume della trilogia "Le Cronache dell'Assassino del Re", è stato pubblicato nel 2007 negli Stati Uniti e, nello stesso anno, ha vinto il Quill Award per il miglior libro fantasy, consacrando Rothfuss tra i maestri contemporanei del genere.
Chi è Kvothe? Un personaggio misterioso, la cui vita non è stata per nulla generosa. Ha un passato avventuroso, è intelligente e il suo acume si è sviluppato proprio perché ha sempre dovuto cavarsela da solo. All'Accademia - una scuola per arcanisti - la situazione non migliora, per lui che vuole diventare il più potente mago di sempre.
Ma come è diventato un assassino di re? E perché adesso gestisce una locanda e si fa chiamare Kote?
Le 800 pagine del libro potrebbero spaventare, ma la penna di Rothfuss, che dona una grande attenzione alla quotidianità ed ai dettagli, è così scorrevole che la narrazione lirica e poetica entra nel vivo praticamente da subito, e ci si ritrova a divorare pagine su pagine senza riuscire a staccarsi.
Il viaggio di Kvothe è un lungo flashback in cui l'eroe racconta al Cronista la sua vita sin dall'infanzia ma attenzione: il Cronista ha solo tre giorni per ascoltare questa storia e ricavarne materiale.
Il nome del vento, quindi, è il resoconto della prima giornata, cui seguono gli altri due romanzi (La paura del saggio e The doors of stone - anche se su quest'ultimo titolo l'autore dice che è una pura speculazione) che, nella stesura originale, dovevano essere parte di un solo libro.
La peculiarità della narrazione è sicuramente il fatto che si svolge sia in prima che in terza persona, espediente che alleggerisce il procedere degli eventi sempre più incalzanti.
Anche il worldbuilding è curato e suggestivo, ma ciò che colpisce è sicuramente la forte quanto umana personalità ricca di sfaccettature di Kvothe: un bambino, poi ragazzino, poi uomo, che è sempre motivato a raggiungere la perfezione in tutto ciò che fa e riesce, a volte incredibilmente, a girare le situazioni ostiche a suo favore.
In definitiva è un libro dalla trama complessa ma ben delinata che merita di essere letto ed amato, che vi sorprenderà e di cui vorrete leggere immediatamente gli altri due volumi.
Recensione a cura di:
Si ringrazia la CE Mondadori per l'invio del libro digitale
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