|RECENSIONE MANGA| La processione funebre di K - Maki Kusumoto
settembre 09, 2020
Mikaya non pensava che l'appartamento in cui sta per trasferirsi si trovasse in un complesso così misterioso, labirintico e barocco; e men che meno si aspettava che l'inquilino precedente fosse da poco scomparso in circostanze misteriose e mai chiarite. Cos'è successo realmente a K? E che ruolo hanno i suoi bizzarri condomini nella faccenda? Atmosfere claustrofobiche, personaggi enigmatici e ambigui che si muovono come grottesche marionette, ambientazioni soverchianti minimaliste e dal gusto liberty raffigurate con un bianco e nero dai forti contrasti: "La Processione Funebre di K" è un capolavoro della sensei Maki Kusumoto, innovatrice che ha riscritto le regole del fumetto femminile giapponese, inaugurando una cifra stilistica poi resa celebre dalla sensei Ai Yazawa col suo celeberrimo "Nana".
Il cadavere del Signor K non è stato ancora trovato, eppure nessuno dei suoi vicini ha dubbi: è morto. E' proprio durante il funerale che arriva il nuovo inquilino, Mikaya, destinato ad occupare proprio l'appartamento 301, lo stesso che era appartenuto a K.
Mikaya, però, in seguito ad alcune strane vicende, inizierà ad indagare sul passato dell'inquilino morto, facendosi aiutare nelle indagini dagli altri strani quanto ambigui vicini.
Il luogo è cupo e inquietante nella sua statica tranquillità, esattamente come i bizzarri inquilini del palazzo dove Mikaya va ad abitare, ognuno con i suoi segreti e le sue follie.
Un'unica cosa li accomuna: tutti raccontano versioni discordanti sull'enigmatica figura di K, eppure ognuno di loro ha un ruolo fondamentale nella risoluzione del mistero...
Finalmente portata in Italia dopo ventisei anni dalla prima pubblicazione in patria dalla sempre ottima Star Comics, che ha curato un volume di pregio ed estremamente elegante che rende onore all'opera della Sensei, Maki Kusumoto intriga il lettore con un disegno delicato, tratteggiando figure esili e slanciate (molto somiglianti al tratto di Ai Yazawa), rendendole parte integrante dell'ambiente tramite un sapiente utilizzo di bianchi, neri e alcuni tocchi di rosso, rendendo perfettamente l'idea della claustrofobia e che donano un tocco gotico e onirico alla vicenda in cui viene analizzata, attraverso una narrazione atipica che accresce l'interesse, la figura dell'uomo onesto fino a prova contraria.
E lo fa con una maestria unica: capitoli brevi ma intensi e ricchi di flashback e di plot-twist che spiazzano - soprattutto quello finale del tutto inaspettato.
La processione funebre di K è oscuro, sensuale, un manga dalla storia che spazia tra il giallo e il noir, dalle tematiche pesanti (tuttavia trattate in maniera delicata) e dal coraggioso stile di svolgimento (se consideriamo che è stato pubblicato nel 1994 e sembra ambientato negli anni '80).
Non è un manga per tutti, dunque, ma è giusto dargli una possibilità ed espandere la propria conoscenza verso uno dei generi meno conosciuti del panorama giapponese.
Mikaya, però, in seguito ad alcune strane vicende, inizierà ad indagare sul passato dell'inquilino morto, facendosi aiutare nelle indagini dagli altri strani quanto ambigui vicini.
Il luogo è cupo e inquietante nella sua statica tranquillità, esattamente come i bizzarri inquilini del palazzo dove Mikaya va ad abitare, ognuno con i suoi segreti e le sue follie.
Un'unica cosa li accomuna: tutti raccontano versioni discordanti sull'enigmatica figura di K, eppure ognuno di loro ha un ruolo fondamentale nella risoluzione del mistero...
Finalmente portata in Italia dopo ventisei anni dalla prima pubblicazione in patria dalla sempre ottima Star Comics, che ha curato un volume di pregio ed estremamente elegante che rende onore all'opera della Sensei, Maki Kusumoto intriga il lettore con un disegno delicato, tratteggiando figure esili e slanciate (molto somiglianti al tratto di Ai Yazawa), rendendole parte integrante dell'ambiente tramite un sapiente utilizzo di bianchi, neri e alcuni tocchi di rosso, rendendo perfettamente l'idea della claustrofobia e che donano un tocco gotico e onirico alla vicenda in cui viene analizzata, attraverso una narrazione atipica che accresce l'interesse, la figura dell'uomo onesto fino a prova contraria.
E lo fa con una maestria unica: capitoli brevi ma intensi e ricchi di flashback e di plot-twist che spiazzano - soprattutto quello finale del tutto inaspettato.
La processione funebre di K è oscuro, sensuale, un manga dalla storia che spazia tra il giallo e il noir, dalle tematiche pesanti (tuttavia trattate in maniera delicata) e dal coraggioso stile di svolgimento (se consideriamo che è stato pubblicato nel 1994 e sembra ambientato negli anni '80).
Non è un manga per tutti, dunque, ma è giusto dargli una possibilità ed espandere la propria conoscenza verso uno dei generi meno conosciuti del panorama giapponese.
Si ringrazia la CE Edizioni Star Comics per l'invio dei manga
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Mi piace sapere cosa ne pensano i miei lettori <3
Vi aspetto nei commenti ;)